CANVAS
In questa serie fotografica cerco di ricreare fotograficamente alcuni dipinti, più o meno famosi.
Tutto cominciò quando iniziai a studiare storia dell'arte; nel 2019 comprai un libro sulla vita e sulle opere di Rembrandt, e notai una forte somiglianza fra un mio amico ed un giovane Rembrandt. Pensai di ricreare quel set-up e cosi nacque la prima foto di questa serie.
Questo progetto porta con se diverse sfide: trovare una persona somigliante al soggetto del quadro, una location se necessaria, ed aspetti più tecnici come lo studio della luce, dell'inquadratura e dei costumi.
Dopo le prime fotografie, ho continuato a studiare storia dell'arte, e continuo tutt'oggi, pensando alle prossime fotografie da realizzare.
Self portrait with dishevelled hair
Rembrandt Van Rijn, 1628

Il primo autoritratto conosciuto dall'artista olandese, che fece all'età di 22 anni.

Rembrandt fece molti autoritratti per esercitarsi a dipingere le espressioni facciali, la luce e le  ombre.
Questo particolare autoritratto funge come studio di una luce radente sul volto.

In tutta la vita Rembrandt ha realizzato quasi un centinaio di autoritratti, fra dipinti, disegni e incisioni.
Girl with a pearl earring
Johannes Vermeer, 1665-66

Un iconico dipinto del pittore olandese Johannes Vermeer.
E' anche conosciuta come "la Gioconda olandese" ed è considerata il dipinto migliore dei Paesi Bassi.
Le origini della ragazza ritratta sono tutt'ora un mistero ed è diventata molto popolare nella cultura di massa.

Ha ispirato un paio di romanzi e alcuni adattamenti cinematografici.
Son of man
Renè Magritte, 1964

Un autoritratto del pittore belga surrealista René Magritte; si dipinse con una mela verde fluttuante che gli nascondeva il viso, mantenendo visibile solo un piccolo angolo dell'occhio sinistro. 

Sul dipinto Magritte dichiarò:
“Ebbene, qui abbiamo qualcosa di apparentemente visibile poiché la mela nasconde ciò che è nascosto e visibile allo stesso tempo, ovvero il volto della persona. 
Questo processo avviene infinitamente. Ogni cosa che noi vediamo ne nasconde un'altra; noi vogliamo sempre vedere quello che è nascosto da ciò che vediamo. Proviamo interesse in quello che è nascosto e in ciò che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere la forma di un sentimento letteralmente intenso, un tipo di disputa, potrei dire, fra ciò che è nascosto e visibile e l'apparentemente visibile.”
“Self portrait with felt hat”. 
Vincent Van Gogh, 1886-87


Per Van Gogh, come per altri pittori, gli autoritratti non erano un gesto di mera vanità bensì il modo più semplice e meno dispendioso di esercitarsi a dipingere le persone. 

Ogni autoritratto presenta tratti comuni, come i capelli rossi e la forma del viso irregolare, ma i volti sono spesso differenti; a questo riguardo lui stesso scrisse:

”People say – and I’m quite willing to believe it – that it’s difficult to know oneself – but it’s not easy to paint oneself either.”
“Self portrait with dark felt hat at the easel”. 
Vincent Van Gogh, 1886


Uno dei primi ritratti che l’artista fece nel periodo che passò a Parigi, cercando di affermarsi come pittore, dopo più di cinque anni di pratica nei Paesi Bassi e in Belgio. 

È il primo autoritratto nel quale si rappresenta come pittore. 

“Vincent Van Gogh”
John Peter Russell, 1886


Non un’autoritratto, bensì un ritratto del pittore australiano John Peter Russell; i due si conobbero a Parigi nello studio dell’artista francese Fernand Cormon, dove entrambi studiarono e divennero amici. 

Il dipinto ha una forte componente di realismo, pur mantenendo pennellate tipiche dello stile impressionista. 

Secondo un’analisi scientifica originariamente il quadro era più chiaro e luminoso, e sopra la testa di Van Gogh vi era scritta:” Vincent / J P Russel / Pictor / Amitie / Paris 1886”. 

È il primo dei tre ritratti di Van Gogh dipinti dai suoi contemporanei, gli altri sono rispettivamente di Henri de Toulouse-Lautrec e di Paul Gauguin. 

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